Sulla rivista Hypertension è stata pubblicata una ricerca che ha coinvolto oltre 3600 persone affette da ipertensione, tra cui alcune con una diagnosi di parodontite, con l’obiettivo di individuare un legame tra la salute delle gengive e la pressione alta. La ricerca è stata effettuata da Davide Pietraoali, dell’Università dell’Aquila, e ha rivelato che mantenere in salute le gengive protegge dall’ipertensione e aiuta chi soffre di pressione alta a gestire meglio il proprio disturbo migliorando l’efficacia dei farmaci antipertensivi.
Salute orale e pressione alta
Davide Pietropaoli afferma che i dottori dovrebbero consigliare ai propri pazienti di rivolgersi a degli specialisti per tenere sotto controllo la salute del cavo orale e individuare casi di parodontite. Oltre a prestare attenzione alla loro salute fisica dovrebbero prestare maggiore attenzione anche alla salute orale, soprattutto di quelli soggetti a pressione alta, in quanto non è da sottovalutare la correlazione tra gengive e ipertensione.
Luca Landi, presidente Eletto della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP), in un’intervista all’ANSA ha sostenuto la rilevanza della ricerca di Pietropaoli, in quanto dimostra come la salute orale incida sulla salute generale. Le evidenze scientifiche del rapporto che sussiste tra malattie gengivali e problemi cardiovascolari sono ormai note, afferma Landi.
La Parodontite può compromettere l’efficacia dei farmaci
Gli esperti sostengono che persone con gengive sane ma con pressione alta hanno valori più bassi di soggetti affette sia da parodontite che da ipertensione. Inoltre, i farmaci per diminuire la pressione risultano essere meno efficaci in pazienti soggetti ad entrambe le patologie che hanno in media la pressione di 3 unità più alta rispetto a ipertesi in terapia ma con gengive sane. Pietrapaoli sostiene che le tre unità di differenza sono un dato non indifferente: gli studi dimostrano che chi soffre di parodontite e infezioni del cavo orale ed è soggetto a ipertensione ha il 20% di possibilità in meno di raggiungere valori ottimali nonostante l’aiuto dei medicinali.
Gli studi effettuati non sono ancora completi. Il Dottor Luca Landi, Presidente eletto della SIDP, afferma che gli aspetti patogenetici che legano parodontite e ipertensione sono ancora da circoscrivere. Dall’analisi di Pietrapaoli è però emerso un dato significativo, ovvero che riuscire a controllare le infiammazioni del cavo è il primo passo per ridurre la pressione sanguigna e raggiungere livello pari a quelli riscontrati attraverso una dieta a basso contenuto di sale. Inoltre, l’efficacia dei farmaci anti-ipertensivi è alterata da una salute orale compromessa.
A cura della Commissione Editoriale della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia